Le Origini
Il Carnevale di Acireale vanta un’antica tradizione e già dalla fine del’500 se ne parla.
A quei tempi aveva ancora il carattere di una manifestazione spontanea e la partecipazione di popolo era pressoché totale. Già nel 1600 nel territorio di Aci vi era l’usanza di duellare a suon di uova marce e agrumi per le strade, divertimento preferito. Nel 1612 un bando della Corte criminale di “Jaci” vieta categoricamente ai cittadini di qualunque ceto, di “giocare” al tiro di arance e limoni durante il periodo di “carnelivari” a causa di gravi fatti (feriti e danni alle cose) accaduti negli anni precedenti. Tale usanza è tutt’oggi in voga nella lontana Ivrea.
Agli inizi del ‘700 il carnevale acese andò raffinandosi e arricchendosi di una carica di ilarità grazie anche agli “abbatazzi”, poeti popolari abili nell’improvvisare spassose rime per le strade e nelle piazze.
Nell’Ottocento il carnevale compì un salto di qualità con l’introduzione della “cassariata”, sfilata di “lando”, carrozze trainate da cavalli riservati ai nobili della città che lanciavano raffiche di confetti agli spettatori. Negli angoli di ogni strada bizzarri e spiritosi giochi popolari, come l’albero della cuccagna, il tiro alla fune e la corsa con i sacchi, giochi tornati alla ribalta da diversi anni. Ma è solo alla fine degli anni venti che per il carnevale di Acireale avviene la grande svolta: un forte richiamo turistico di autentico valore folklorico. All’inizio degli anni trenta invece entrano in scena le maschere in cartapesta, che poi si trasformano in carri allegorici trainati dai buoi, contornati da personaggi e gruppi satirici in movimento.
Un tocco di eleganza e di vivacità al carnevale di Acireale viene conferito dalle macchine infiorate: le prime automobili addobbate richiamano il ruolo ricoperto dai “lando” durante l’Ottocento. Nel 1948 entra nel novero delle più rinomate manifestazioni a livello internazionale.
E’ così da 70 anni che il carnevale di Acireale viene definito come il “più bello della Sicilia”: ogni anno i carri allegorico-grotteschi realizzati in cartapesta e quelli infiorati vengono realizzati senza alcun risparmio di estro creativo; lo stesso avviene per le maschere indossate dai gruppi che animano il corso carnevalesco di Acireale.
Ancora oggi al carnevale si affianca la parata medievale dei Rioni di Motta Sant’Anastasia denominata “Tre re a corte di re Carnevale”, oltre ai gruppi folkloristici e quelli di majorettes.
Teorie sulle origini del Carnevale
In ogni tempo popoli etnicamente diversi hanno dato vita a delle manifestazioni che oggi verrebbero definite carnascialesche, sebbene l’attribuzione a cui genericamente le si identifica siano i Baccanali romani. Questi erano una forma di carnevale furioso del popolo, che in preda al vino, schiamazzavano per le strade deprecando ed ingiuriando, con il volto sporco di mosto. Queste feste notturne sfrenate e disordinate, altro non erano che la versione degenerata delle Dionisiache greche.
Le origini della parola Carnevale, potrebbero derivare da:
Carni levam – sollievo della carne
Carne vale – carni addio
Sebbene la definizione più accettata sarebbe:
Carnem levare – togliere la carne, generalmente posto il primo giorno di quaresima.
Nascita dei Carri Allegorici di Acireale
L’idea di istituire i primi carri allegorici venne concretizzata da Papa Alessandro VI (1492-1503), comunemente detto dagli italiani Borgia. In Sicilia nel 1601 si ebbe il primo carro allegorico (3 di marzo in Palermo), dove il soggetto realizzato era il dio Nettuno, intorno al quale danzavano dei personaggi impersonanti delle sirene. Nella nostra Acireale sebbene la lavorazione della cartapesta abbia origini antiche, per la realizzazione di statue sacre, per vedere realizzati i primi carri allegorici bisogna attendere qualche secolo, cioè quando alcuni volenterosi artigiani tra cui Sebastiano Longo (1839-1912), iniziarono la lavorazione della carta pesta nell’intenzione di realizzare i primi carri, che si concretizzarono intorno al 1880.
Nel corso di quest’ ultimo secolo, diversi altri cantieri si sono avvicendati per arricchire sempre più il nostro carnevale, tra questi ricordiamo: Carlo Papa, Giuseppe Longo (1883) Sebastiano Longo (1908-1993) Grasso Luciano detto “Neddu”, Giovanni Condorelli, Lizzio – Belfiore, Ranieri – Ferlito, Coco, Parlato e tanti altri.
La manifestazione carnascialesca, ricca in ogni sua espressione, continuata dagli attuali artigiani, che con impegno e maestria, tra i non pochi disagi, contribuiscono alla realizzazione della manifestazione folkloristica, degna dell’appellativo : “ Il più bel Carnevale di Sicilia”.